Il Polo

Cos’è il polo?

Il polo è uno sport in cui si fronteggiano due squadre formate da quattro giocatori a cavallo.
Lo scopo del gioco è quello di mandare una palla di legno tra due pali, colpendola con una mazza di bambù.
Vince la quadra che nel tempo della partita riesce a segnare il maggior numero di punti.

Una partita di polo è divisa in chukker o chukka, la durata dei quali è variabile a seconda del regolamento adottato (in genere dai 7 minuti ai 7 minuti e mezzo).

Nel corso di una partita vengono giocati un numero variabile di chukker da quattro a otto, durante i quali nessun giocatore può cavalcare lo stesso cavallo per più di due volte non consecutive.

Il polo e la sua storia

Molto diffusa è l’opinione che il polo sia un’evoluzione naturale delle esercitazioni militari della cavalleria inglese. A riprova di ciò starebbe il fatto che il classico colpo del polo, con la mazza che parte dall’alto verso il basso, altro non sarebbe che l’emulazione del movimento di un cavaliere con la sciabola.
Quanto ai dati storici disponibili, invece, la prima partita di polo è datata intorno al 600 a.C. e si tenne tra turcomanni e persiani. Proprio al gioco del polo, durante la dinastia Safavide, era destinata la piazza Meidān Naqsh-e jahān di Isfahan (in Iran).

Il polo, introdotto dai persiani, fu poi ripreso e modificato dai bizantini, che lo chiamavano tzykanion. Il gioco fu tanto apprezzato, soprattutto dai regnanti, che un campo da polo (tzykanion) fu costruito nel Gran Palazzo di Costantinopoli da Teodosio II.

Dalla Persia il polo si diffuse anche in Arabia e Tibet ed è proprio qui che prese il nome di “pulu” (radice, quasi come riferimento all’albero di salice da cui si ricavava il materiale per realizzare la palla).

Successivamente il polo si diffuse in Cina e Giappone, conservando come in Persia, le connotazioni di sport d’elite. Nel XIII secolo fu Genghis Khan, il fondatore dell’impero mongolo, dopo la conquista dell’Iran e dell’Afghanistan a favorire ulteriormente la diffusione del polo, incoraggiando i suoi guerrieri a praticarlo.

Dall’India il polo arrivò in Gran Bretagna. Joseph Sherer, considerato il padre del polo britannico, era infatti luogotenente nell’esercito del Bengala quando prese parte per la prima volta ad un torneo di polo.

In Europa la prima gara di polo si svolse nel 1869 a Hounslow Heath, Middlesex, Inghilterra. Si fronteggiarono due squadre composte da otto giocatori che, senza particolari regole, si diedero battaglia per due tempi, ciascuno di 45 minuti.

La codificazione sistematica del gioco del polo ebbe inizio nel 1875 e si deve all’Associazione Hurlingham Polo. Progressivamente vennero proposti i seguenti correttivi: nel 1883 il numero di giocatori si ridusse a cinque e poi a quattro; nel 1888 si introdussero gli “handicap” per consentire il bilanciamento di squadre di diverso livello.

Dalla Gran Bretagna il polo si diffuse rapidamente in tutti i paesi dell’Impero.

Si tenne nel 1876, invece, la prima partita negli Stati Uniti, presso Accademia Dickels Riding; ed un anno dopo fu fondato il Wetchester Polo Club, il primo polo club del Nord America.

Nel 1886, a Rhole Island, si tenne la prima partita internazionale, che vide contrapposte una formazione britannica ad una statunitense. Prevalse la squadra britannica degli Hurlingham che si aggiudicò la “Wetchester Cup”.

Dal Nord America il polo conquistò il Sud America. Il nuovo sport fu accolto con grande entusiasmo in Argentina, dove veniva praticato nei ranch della pampas dai proprietari e dai loro gauchos.

Il polo è attualmente considerato lo sport nazionale in Argentina, ed argentini sono sia famosi giocatori professionisti che apprezzati pony da polo di razza “criollo”.